127
pages
Italiano
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2021
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Publié par
Date de parution
26 octobre 2021
Nombre de lectures
1
EAN13
9781631427091
Langue
Italiano
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Date de parution
26 octobre 2021
Nombre de lectures
1
EAN13
9781631427091
Langue
Italiano
LA GABBIA DELL’ANGELO
OSSESSIONE MOLOTOV: LIBRO 2
ANNA ZAIRES
♠ MOZAIKA PUBLICATIONS ♠
INDICE
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Estratto da Più Oscuro dell’Amore
Estratto da Hard Ware – Arnese Duro di Misha Bell
Biografia dell’autrice
Questo libro è un’opera di fantasia. Tutti i nomi, i personaggi, i luoghi e gli eventi narrati sono il frutto della fantasia dell’autrice o sono usati in maniera fittizia. Qualsiasi riferimento a persone reali, viventi o scomparse, luoghi o eventi è puramente casuale.
Copyright © 2021 Anna Zaires e Dima Zales
www.annazaires.com/book-series/italiano
Traduzione italiana: Martina Stefani 2021
Tutti i diritti riservati.
La riproduzione e la distribuzione di qualsiasi parte di questo libro, in forma stampata o elettronica, è vietata, se non autorizzata, ad eccezione dell’utilizzo in una recensione.
Pubblicato da Mozaika Publications, stampato da Mozaika LLC.
www.mozaikallc.com
Cover di The Book Brander
thebookbrander.com
Fotografia di The Cover Lab
www.thecoverlab.com
e-ISBN: 978-1-63142-709-1
ISBN: 978-1-63142-710-7
1
CHLOE
Sono tornata. Nella tana del diavolo.
Il pensiero attraversa la mia mente stordita dal dolore, mentre l’auto si ferma davanti alla modernissima villa di montagna di Nikolai. Un uomo e due donne in camici da ospedale—presumibilmente il team medico di cui ha parlato Nikolai—ci stanno aspettando sul vialetto con una barella. Dietro di loro c’è Alina, la sorella di Nikolai, con il suo bel viso pallido e preoccupato.
Annoto tutto questo superficialmente. Tutti i miei sensi sono consumati dall’uomo che mi tiene possessivamente in grembo.
Nikolai Molotov.
Il diavolo in persona.
Le sue braccia potenti sono avvolte intorno a me, tenendomi stretta contro il suo grande corpo, e anche se l’ho appena visto uccidere due uomini, non posso fare a meno di trarre conforto dal suo tocco, dal suo calore, dal suo familiare profumo di cedro e bergamotto. Il suo sapore indugia sulla mia lingua, le mie labbra pulsano per il suo bacio, e per quanto desideri negarlo, la paura non è l’unica emozione che mi riempie la bocca dello stomaco al pensiero che lui mi tenga qui contro la mia volontà.
"Ancora qualche altro secondo, zaychik" mormora, lisciandomi i capelli, e un brivido mi attraversa, mentre i miei occhi incontrano il suo sguardo luminoso da tigre.
Riesco a scorgere il mostro che si cela sotto il suo bellissimo aspetto esteriore. Adesso è chiaro come il giorno.
Pavel salta fuori dalla macchina per primo, aprendoci la portiera, e un’ondata di vertigini si abbatte su di me, mentre Nikolai scende, tenendomi stretta al suo petto. Anche se è attento, il movimento mi provoca una fitta di dolore nauseabondo attraverso il braccio, e le lontane vette delle montagne vorticano in un cerchio disgustoso nella mia vista, mentre mi posiziona delicatamente sulla barella.
Socchiudendo gli occhi, mi concentro sulla respirazione e cerco di non svenire, mentre vengo portata dentro la casa, con Nikolai che ringhia ordini al team medico, mentre parla in russo con Alina e Lyudmila. Presumo che stia spiegando cos’è successo, ma provo troppo dolore per preoccuparmene, comunque.
Non ero mai stata colpita prima, e non è divertente.
Quando apro di nuovo gli occhi, sono nella mia camera da letto, con il dottore e il suo team che si danno da fare intorno alla mia barella. In pochi secondi, una flebo viene fissata al mio braccio sinistro e sono collegata a diversi monitor. Non ho idea da dove provengano tutte queste apparecchiature mediche, ma la mia camera sembra essere stata trasformata in una stanza d’ospedale.
Il dottore, che già indossa un camice e una mascherina chirurgica, mi chiede se sia allergica al lattice o a qualche farmaco, mentre si infila un paio di guanti.
"No" gracchio, e una delle infermiere attacca un sacchetto di liquido alla parte superiore del supporto per flebo. Immediatamente, una piacevole stanchezza si diffonde dentro di me, rendendo le mie palpebre pesanti.
L’ultima cosa che vedo prima che il mondo svanisca è Nikolai in piedi nell’angolo della stanza, i suoi occhi dorati puntati su di me con feroce intensità. C’è ancora una macchia scura sul suo zigomo—il sangue dell’uomo che ha torturato per ottenere risposte—ma con il dolce sollievo dell’anestesia che si diffonde nelle mie vene, non posso trattenere il sorriso sciocco che mi curva le labbra.
Ti terrò al sicuro , aveva detto, e mentre l’oscurità mi reclama, gli credo.
Mi terrà al sicuro da tutti tranne che da se stesso.
2
NIKOLAI
Mia sorella mi intercetta non appena esco dalla camera di Chloe. Dev’essere rimasta in piedi nel corridoio per tutto il tempo.
"Come sta?"
"Vivrà, non grazie a te." Il mio tono è duro, ma non me ne frega un cazzo.
È colpa di Alina se siamo in questo casino. Ha detto a Chloe che ho ucciso nostro padre. Le ha dato le chiavi della macchina, permettendole di fuggire.
Alle mie parole, Alina sussulta, ma mantiene la sua posizione. Il suo viso è ancora pallido e gonfio, ma i suoi occhi verdi sono limpidi e non ha più l’odore di un cocktail di droghe. "Voglio dire, qual è la sua condizione? Che cos’ha detto il dottore?"
Sospiro, passandomi una mano tra i capelli. "È stata fortunata. Il proiettile le ha attraversato il braccio, sfiorando appena l’osso. Ha perso una buona quantità di sangue, ma non abbastanza da richiedere una trasfusione. Ha anche una distorsione alla caviglia. A parte questo, ha solo contusioni e graffi dappertutto."
"Kolya..." Mia sorella sembra più triste che mai. "Mi dispiace tanto. Non sapevo del—"
"Basta." Non sono dell’umore giusto per ascoltare le sue scuse e giustificazioni. Forse non sapeva degli assassini che stavano dando la caccia a Chloe, ma questo non giustifica ciò che ha fatto. Nemmeno il fatto che fosse sotto l’effetto di droghe. Prima di dire qualcosa di cui mi pentirò, chiedo: "Dov’è Slava?"
"Lyudmila lo ha portato a visitare le guardie. Le ho chiesto di tenerlo fuori per ora, visto... lo sai." Fa un cenno verso la porta di Chloe.
"Buona idea." So che non dovrei tenere nella bambagia mio figlio, ma sono stranamente riluttante a esporlo alla brutale realtà della nostra vita, come fece nostro padre con me. La caccia e la pesca sono una cosa—sono felice che Pavel le insegni a Slava, insieme ad altre abilità fondamentali della vita—ma preferirei che non vedesse la sua tutor coperta di sangue.
Alla fine, imparerà cosa significa essere un Molotov, ma non ancora.
Alina sembra sollevata dalle mie lodi. "Allora, che cos’è successo?" chiede, seguendomi, mentre mi dirigo verso la mia stanza. "Chi ha mandato gli assassini a cercarla?"
"È una lunga storia." Una che sto ancora digerendo io stesso. "Ti dirò solo che è ancora in pericolo."
Mi afferra per la manica, interrompendomi. "Quindi, non hai...?"
"L’ho fatto." Ho piantato una pallottola nel cervello di uno degli assassini e ho ferito l’altro abbastanza gravemente da farlo morire poco dopo—ma non prima di avergli tirato fuori un nome.
Un nome con cui sto ancora cercando di fare i conti.
Mia sorella mi guarda con un’espressione accigliata incisa sulla fronte. "Ma pensi che ne arriveranno altri."
"Ne sono sicuro."
"Perché? Chi è lei, Kolya?"
"Questo è ciò che intendo scoprire."
Liberandomi della sua presa, entro nella mia camera e chiudo la porta.
* * *
Anche se Chloe è ancora sedata, sono ansioso di tornare da lei, quindi faccio la doccia e mi cambio velocemente. Poi, mando un messaggio a Konstantin, aggiornandolo su ciò che ho scoperto e chiedendo al suo team di hacker di indagare sull’uomo che l’assassino ha indicato come loro mandante.
Tom Bransford.
Il candidato alla presidenza che potrebbe essere il padre di Chloe.
Lei non conosce ancora l’ultima parte, e non so se dovrei riferirle qualcosa riguardo ai miei sospetti, finché non avrò prove più concrete. In questo momento, le prove sono nel migliore dei casi circostanziali, e se sbaglio, Chloe avrà ancora più motivi per credere che io sia un mostro contorto.
Cosa che sono. È solo che non voglio che lei pensi questo di me.
Il mio petto si stringe, mentre immagino il sorriso dolce e radioso che mi ha rivolto, prima che i farmaci nella flebo prendessero il sopravvento. Voglio di più, non lo sguardo vuoto e terrorizzato che ha sfoggiato nel bosco, quando le sono andato incontro, con la pistola in mano, dopo aver ucciso uno dei suoi aggressori e ferito l’altro.
Non voglio più vedere quello sguardo sul suo viso.
Alina se n’è andata, quando ritorno nel corridoio e corro di nuovo nella stanza di Chloe. So che sta bene con il dottore e le infermiere che la sorvegliano, ma non posso fare a meno dell’ansia che mi dilania ogni momento in cui lei è fuori dalla mia vista. È arrivata così vicina alla morte. Se mi fossi presentato pochi minuti dopo, se la squadra di Konstantin non fosse stata in grado di penetrare nel satellite della NSA per individuare la sua posizione esatta, se il proiettile avesse perforato il suo corpo pochi centimetri a sinistra—c’è un numero infinito di modi in cui q