Glossario tratto dal "Birraio di Preston" di Andrea Camilleri

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Glossario del siciliano di Camilleri elaborato a partire dal "Birraio di Preston". Precedono il glossario dei capitoletti introduttivi sulla vita e l'opera di Camilleri nonché sulle varietà linguistiche da egli impiegate. Un utile strumento per accompagnare la lettura dei testi.
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13 juin 2011

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GLOSSARIO TRATTO DA “IL BIRRAIO DI PRESTON” di Andrea Camilleri Margherita Di Rienzo Il Birraio di Preston è un romanzo fondamentale nella ricca produzione di Andrea Camilleri, sia per quanto riguarda la struttura che il linguaggio. Il glossario di un’opera così linguisticamente ricca non vuole essere esaustivo nel rappresentare tutto il siciliano dell’autore, ma di certo ne è fortemente esemplificativo. Margherita Di Rienzo Nata a Roma il 15-09-1977 Via Gradoli, 8 - 00189 Roma +390633262618 / +393335697690 marghe-dr@libero.it Indice Prefazione p. 7 Capitolo I: Vita e opere di Andrea Camilleri I.1. L’amore per il teatro e l’esperienza televisiva p. 9 I.2. Il mestiere di scrittore p. 10 I.3. Il successo e la critica p. 17 Capitolo II: L’opera di Vigàta II.1. Coralità e ricchezza dei personaggi p. 19 II.2. Lo “scangio” come realtà p. 21 II.3. Una Babele linguistica p. 24 II.4. Espressionismo e sperimentalismo p. 29 Capitolo III: Varietà linguistiche del Birraio III.1. L’italiano dell’Ottocento p. 31 III.2. Dialetti diversi p. 33 III.3. Le epistole p. 36 III.4. Gradi diversi di lingua e dialetto p. 39 III.5. Differenti modi di comunicare p. 45 III.6. Aiuti al lettore p. 48 Capitolo IV: Il glossario Introduzione al glossario p. 53 Il glossario di Il birraio di Preston p. 59 Appendice p. 259 Bibliografia p. 261 PREFAZIONE Il birraio di Preston è un romanzo fondamentale nella produzione di Andrea Camilleri, sia per la struttura che per il linguaggio. Difatti l’autore stravolge completamente l’ordine cronologico della vicenda e spinge il dialetto ben più in là rispetto ai libri precedenti. Opera di spiccato interesse linguistico, dunque, qui messo in luce tramite un glossario di quei termini dialettali siciliani che contribuiscono a formare un capolavoro di coralità. Il primo capitolo è dedicato alla vita di Camilleri, mettendo a fuoco il passaggio dall’esperienza teatrale e televisiva a quella narrativa. Segue una dettagliata carrellata di ciò che ha scritto, dai romanzi storici, ai gialli, alle opere saggistiche e, infine, si esamina come la critica consideri tale fenomeno letterario che continua a pubblicare libri di grande successo. Nel secondo capitolo viene analizzato Il birraio di Preston, la sua struttura, le tematiche, i personaggi... Insomma, si tenta di capire ciò che questo romanzo sperimentale vuole rappresentare, anche mettendolo a confronto con altre opere della produzione camilleriana. Un’analisi incentrata sulle varietà linguistiche del Birraio viene effettuata nel capitolo terzo. Il romanzo infatti è un vero e proprio contenitore di tanti tipi diversi di linguaggio, tra cui si annoverano, oltre alla lingua mescidata che ormai è impronta inconfondibile dello stile di Camilleri, dialetti differenti, italiano formale, aulico, burocratico… Il quarto capitolo è costituito dal glossario di Il birraio di Preston che elenca, traduce ed esemplifica molti dei termini siciliani e italo-siciliani presenti nel romanzo. 7 I VITA E OPERE DI ANDREA CAMILLERI I.1. L’amore per il teatro e l’esperienza televisiva Andrea Camilleri nasce a Porto Empedocle nel 1925, da una 1famiglia di commercianti di zolfo. Sin da giovanissimo si appassiona alla lettura e al teatro, complice la biblioteca dello zio, e scrive poesie. Frequenta il liceo classico di Agrigento e, conseguita la maturità, si iscrive alla facoltà di Lettere dell’Università di Palermo. Nel frattempo lavora come regista di teatro (metterà in scena diciotto testi di Luigi Pirandello) e continua a scrivere poesie: la sua prima pubblicazione è per l’appunto una poesia, Solo per noi (1945), mentre il primo racconto che crea è Sweet Georgia Brown (1946). Riesce a entrare nell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica a Roma come unico allievo di Orazio Costa nel corso di regia. Viene pubblicato il suo racconto Davide e Golia (1948). Un paio d’anni dopo è espulso dall’Accademia per essere stato trovato a letto con un’attrice, ma continua comunque a collaborare con Costa, finché esordisce come regista teatrale con Abbiamo fatto un viaggio, di Raul Maria De Angelis (1953). Nello stesso anno conosce Rosetta Dello Siesto, che sposerà quattro anni dopo, e in seguito supera un concorso come funzionario RAI, ma viene scartato perché comunista dichiarato. Porta in scena il teatro dell’assurdo con Come siamo stati, di Arthur Adamov (1957) e 2Finale di partita di Beckett (1958). Nel frattempo viene chiamato in RAI per una sostituzione, ma vi rimarrà per ben 1 Il duro mondo del commercio dello zolfo farà da sfondo al romanzo Un filo di fumo, Milano, Garzanti, 1980. 2 L’importante esperienza teatrale sarà fondamentale nella creazione dei personaggi e dei dialoghi nei romanzi. 9 trent’anni nelle vesti di autore, produttore, sceneggiatore, 3regista di programmi radiofonici e televisivi. Nel 1958 nasce la figlia Andreina. I lavori più famosi in RAI sono un ciclo dedicato al teatro di Eduardo De Filippo e le puntate poliziesche del tenente Sheridan. Comincia a insegnare Direzione dell’attore al Centro Sperimentale di Cinematografia e, nel frattempo, sostituisce saltuariamente Costa all’Accademia. Nasce Elisabetta (1960) e, dall’anno successivo, ha inizio la profonda e duratura amicizia con Leonardo Sciascia. Mette in scena Collage (1961); due anni dopo nasce Mariolina. Inizia a lavorare per la produzione televisiva del commissario Maigret di Simenon, grazie alla quale si avvicina al giallo “europeo”. Collabora, come giornalista, a numerose testate, tra cui “Il Messaggero”, “La Stampa”, “la Repubblica”, “l’Unità”, “Il Sole 24 Ore”, “Corriere della sera”. I.2. Il mestiere di scrittore Nonostante Camilleri abbia sempre scritto racconti e poesie (valutate positivamente dalla critica), è soltanto nel 1967 che crea la prima vera e propria opera narrativa, Il corso delle cose, che tuttavia verrà pubblicata soltanto una decina di anni più tardi da Lalli (1978), in cambio dell’apparizione del nome dell’editore tra i titoli di coda della riduzione televisiva del romanzo (La mano sugli occhi). Il motivo del sostanzioso lasso di tempo che intercorre tra la scrittura e la pubblicazione è da ricercarsi in una serie di eventi sfortunati e nei tanti rifiuti da parte delle case editrici, motivati soprattutto dallo strano linguaggio del romanzo: un italiano frammisto a vocaboli siciliani. Il corso delle cose, infatti, rappresenta il primo tentativo di elaborazione di un linguaggio particolare che 3 Grazie all’esperienza nel mondo televisivo apprende la narrazione per sequenze, che gli sarà utile nella creazione dei romanzi. 10
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